Ormai il pupetto vanta più di un mese di vita, un tipo navigato ormai, che ben si districa tra traslochi, amici e parenti in visita da andare a prendere e portare in areoporto, sorellina (-ona) e relativi amichetti che lo spupazzano anche con un po’ di violenza, passeggiate al mare e cene in chiassose trattorie. Un mesetto intenso un po’ per tutti, figuriamoci per un nanerottolo come lui. Ma lui incassa benone, si riugia spesso e volentieri tra seno e braccio di mamma per rifocillanti poppate e mette così muscoletti e ciccia per affrontare meglio le intemperie di questo ancora nuovissimo mondo. Insomma un gran filosofo questo mio fioglio direi, che mi sembra abbia già ben capito come prendere la vita per il verso giusto.
Io invece sono ancora “sulla strada”, sto solo ora, alla seconda maternità, cominciando a capire lo spirito giusto con cui vivermi questi momenti, queste giornate in cui tutto sembra prendersi gioco di me, facendo e disfacendo piani per la giornata sapientemente archiettati, mandando a carte 48 ogni to-do-list meticolosamente organizzata. Sto solo ora capendo che il modo migliore per reagire è prendermi tutto il tempo e trasformare l’apparente inconcludenza di queste giornate in un lusso che solo ora posso permettermi: il lusso di rimanere spaparanzata sul divano con “addosso” un nanerottolo che cerca contatto fisico, il lusso di lasciar perdere le pulizie di casa perchè tanto ho la migliore delle scuse da addurre, il lusso di lasciar stare la stiratura di lenzuoline e vestitini perchè ora ho la certezza che mio figlio crescerà nonostante questo sano e forte.
Proprio ieri bloccata su una poltrona ad allattare sfogliavo una rivista di arredamento e ho visto la pubblicità del divano “Il Giullare” di Gaetano Pesce (l’autore della famosissima poltrona Up5) per Meritalia e ho capito che sarebbe stata la segnalazione giusta da abbinare a questa breve e banale riflessione sulla mia “bismammità”. Un divano colorato e giocoso come un giullare che si burla sempre di me, riuscendo comunque a lasciarmi un sorriso sulle labbra. Lo vedo perfetto sovrastato da una maxi stampa di Warhol, un divano giovane, componibile in mille modi, anche perfetto per quei fortunati figli a cui i genitori hanno potuto realizzare una stanza capiente abbastanza.
p.s. Il Giullare di Gaetano Pesce l’ho scoperto quest’anno alla fiera del mobile: padroneggiava lo stand Maditalia sotto forma di lungo serpentone ed era costantemente affollato di stanchi visitatori come me che lo hanno sfruttato per una pausetta riposante!
p.p.s. Le mie scarsissime doti di fotografa hanno impedito che riuscissi a immoprtalare il divano al salone in maniera decente, se qualche lettore è stato più bravo di me e ha delle foto de “Il Giullare” al salone, sarei felicissima di postarle!